La Via Francigena è parte delle vie Romee, create durante il medioevo per il pellegrinaggio nelle mete Cristiane, divenendo inoltre la via peregrinis per eccellenza.
L’epiteto di “via Francigena” é stato usato la prima volta nell’Actum Clausio, una pergamena dell’876 conservata presso l’Abbazia del San Salvatore.
Tale percorso collega l’Abbazia di Canterbury, passando per Francia e Svizzera, a Roma, con la possibilità di proseguire verso Bari ed imbarcarsi per la Terra Santa.
In Toscana sono presenti 16 tappe ufficiali ed alcune varianti; in questo caso la variante di Abbadia San Salvatore si stacca dal percorso ufficiale lungo la via Cassia per salire sul Monte Amiata.
Probabilmente la variante di Abbadia San Salvatore venne a crearsi intorno all’VIII secolo, grazie al contributo dei Longobardi che crearono un sistema di difesa e controllo composto da castelli, ospedali e abbazie, tra cui la stessa fondazione dell’Abbazia di S. Salvatore, che venne costruita anche con lo scopo di avamposto territoriale.
Inoltre il tratto che da San Quirico arrivava ad Acquapendente passando per la Val di Paglia Si dimostrò poco sicuro per i viandanti che subivano attacchi da predoni e briganti, preferendo quindi salire o fino alla rocca di Radicofani o in direzione di Abbadia San Salvatore.
Lungo la frequentatissima via si sviluppò anche una fiorente attività alberghiera, con il sorgere di villaggi forniti dei servizi necessari per accogliere gli ospiti di passaggio, “stationes” poste a una giornata di cammino tra l’una e l’altra.
La salita verso Abbadia è particolarmente impegnativa su una pista forestale molto ripida e sconnessa ma sicuramente panoramica, che tramite la via altomedievale permette di salire fino al monastero di Abbadia San Salvatore, per poi scendere dolcemente verso la Val di Paglia, dove ci si ricongiunge all’itinerario ufficiale all’altezza di Ponte a Rigo.